giovedì 19 luglio 2007

I sicari

Dall’incontro sulla centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord tenutosi presso il Ministero della Salute emerge per l’ennesima volta il drammatico quadro sanitario e ambientale di Civitavecchia e del comprensorio: decenni di inquinamento devastante legato alla presenza di molteplici fattori di pressione, centrali elettriche in primis, con l’aggravante della totale assenza di controllo.
L’unico vero monitoraggio finora possibile è stato quello postumo, basato sui dati riguardanti la mortalità e le gravi patologie che affliggono la popolazione. Dati, nascosti per anni, che la vicenda della riconversione a carbone ha avuto il merito (l’unico merito!) di fare emergere all’attenzione di tutti, ministri compresi.
In una situazione di tale gravità, soltanto chi è in disgustosa malafede può ritenere sufficiente ridurre, peraltro attraverso una diminuzione tutta da dimostrare, le emissioni realizzando nuovi impianti.
Si impone con straordinaria urgenza la bonifica del territorio, vera “grande opera” necessaria.
In tal senso il campo d’azione è globale e comprende nell’immediato la rinuncia alla realizzazione della centrale ENEL di TVN, la chiusura del gruppo ad olio combustibile di TVS, l’elettrificazione delle banchine portuali, la dismissione dei depositi di olio combustibile, oltre ad un’intensa attività di monitoraggio sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, attività da intendersi vincolata alla cancellazione dei suddetti fattori inquinanti, se si vuole realmente liberare gli abitanti di Civitavecchia dal tristissimo ruolo di cavia finora rivestito.
Apprendo, senza stupore, che il ministro dell’ENEL, Bersani, ha intenzione di continuare ad ignorare la richiesta di riapertura della Conferenza dei Servizi su TVN, presentatagli da “alcuni avventori del bar sotto casa”, quali i Ministeri dell’Ambiente e della Salute, la Regione Lazio, le Province di Roma e Viterbo e i sindaci dell’Alto Lazio, escluso, in maniera ignominiosa per il ruolo di primo garante della salute dei cittadini e in totale spregio dell’impegno costituito dalla delibera di Consiglio Comunale del 9 ottobre 2006, quello di Civitavecchia.
Credo sia da tempo giunto il momento di porre fine ad un teatrino che non diverte nessuno.
La riconversione a carbone della centrale ENEL di Civitavecchia è senza dubbio figlia del becero partito trasversale dello sviluppismo omicida, che in nome del profitto di pochi genera amministratori e produce leggi, come l’indegno decreto “sblocca-centrali”; ma è figlia, anche e soprattutto, di un decreto VIA a dir poco vergognoso.
Al Ministro Bersani, così come ai rassegnati, ai tranquillizzati e ai tranquillizzatori della prima e dell’ultima ora, voglio ricordare che la perizia disposta dal Tribunale di Civitavecchia, nell’ambito della causa su TVN intentata da Ladispoli vs ENEL, ha definito “la procedura VIA incompleta, poco informativa e dunque non affidabile”, e ancora “lacunosa ed incompleta e non significative le conclusioni sul presumibile non effetto sulla salute umana”; inoltre, secondo la commissione peritale “le conclusioni sulle previsioni di impatto sanitario sono infondate” e “la valutazione dell’impatto sulla salute del progetto di riconversione appare incompleta, di ridotta significatività e non rappresentativa della reale situazione”.
Considero irrilevante il fatto che il documento e la causa in questione siano stati volgarmente insabbiati per effetto del comma 552 della Finanziaria 2005. Penso che sia opportuno che la magistratura si interroghi sulle lacune evidenziate nella perizia e sulle eventuali cause che le hanno determinate.
Forse allora il Ministro Bersani potrà “registrare” sulla vicenda della riconversione a carbone di TVN le “novità” che finge tuttora di non vedere e si rassegnerà a rimettere in discussione, attraverso la riapertura della Conferenza dei Servizi, una centrale evidentemente insostenibile. Naturalmente sosterremo e parteciperemo a qualsiasi iniziativa popolare volta ad accelerare i tempi di questa decisione, che, indipendentemente da eventuali indagini, appare come un atto dovuto.
Quanto al sindaco Moscherini, mi sento di condividere la definizione di assassino da lui proposta per chi ha portato a Civitavecchia le centrali a olio combustibile. Sul piano della logica, tuttavia, ritengo che tale definizione si possa estendere di diritto a chi pensa di accettare l’immissione, in un quadro sanitario compromesso quale il nostro, di migliaia di tonnellate all’anno di ossidi di azoto, di ossidi di zolfo, di polveri, e tutte le altre esalazioni mortifere che per qualche altro decennio sarebbero vomitate dalla centrale a carbone (naturalmente sporco). Anzi, a dire il vero, il termine esatto per l’assassino che, come sta facendo il Comune di Civitavecchia con l’ENEL, riceve una contropartita in denaro è sicario.
L’impegno di tutti, dal Governo Prodi, all’Amministrazione Comunale, alle organizzazioni sindacali, alla cittadinanza deve essere indirizzato verso la tutela dei livelli occupazionali quando la centrale di Torrevaldaliga Nord sarà chiusa. L’ipotesi contraria non deve essere presa in considerazione. Chi, al contrario, è disposto a farlo, deve farsi carico della riduzione, correlata alle emissioni della centrale a carbone, della speranza di vita di qualche decina di migliaia di persone. Ma certo, di fronte ad un bel cartellone estivo, questo è un rischio che qualsiasi buon sicario sarebbe disposto a correre.